Latticini senza lattosio: quali sono i benefici per la salute?
I latticini senza lattosio sono una delle tendenze dietetiche e salutistiche degli ultimi tempi; in questo articolo cercheremo di capire quali sono i reali benefici per la salute del consumatore che sceglie alimenti senza lattosio, quali il latte, lo yogurt, il burro, la panna e i formaggi di ogni tipo. Fanno eccezione - e sono esclusi da ogni nostra considerazione - i formaggi stagionati per più di otto mesi: in questi il lattosio non è presente a causa di un processo di degradazione naturale dovuto alla stagionatura.
Il lattosio
Fondamentalmente il lattosio è uno zucchero: è lo zucchero principale tra quelli presenti nel latte. La mammella del mammifero (della mucca, generalmente) produce il lattosio prendendo questa sostanza dal sangue dell'animale, che viene riversata nella mammella, nella zona in cui si deposita il latte: il prodotto finale è composto da acqua, proteine, grassi, lattosio e sali minerali.
Il latte viene poi munto: il latte alla fine è composto per l'80% di acqua; il lattosio costituisce circa il 5%.
Il lattosio chimicamente è classificato come disaccaride, ovvero come zucchero composto da due unità distinte e collegate tra loro, dette monosaccaridi. Immaginate un'arachide: essa è fatta un po' allo stesso modo, con le due metà che rappresentano i due zuccheri singoli, leggermente diversi, detti glucosio e galattosio.
L'intolleranza al lattosio
Il nostro intestino è in grado di assorbire a scopo energetico sia il glucosio che il galattosio, ma non il lattosio: per questo motivo, tutti i neonati mammiferi sono in grado di produrre un enzima, che si chiama lattasi, che lavora come una forbice spezzando a metà l'arachide. In questo processo il lattosio non esiste più: esistono il glucosio e il galattosio.
La produzione di questo enzima (lattasi) che tutti produciamo da piccoli, può calare nell'età adulta; più precisamente, in alcune persone la produzione dell'enzima diminuisce, mentre in altre rimane pressoché costante. Si indicano come intolleranti al lattosio le persone in cui la produzione dell'enzima è insufficiente.
Allergie
E' importante sottolineare che intollerante non significa allergico: l'allergia è infatti una reazione sproporzionata dell'organismo verso una sostanza innocua riconosciuta come pericolosa, detta allergene.
Non è mai successo che un organismo umano si rivoltasse al lattosio, ma è successo che lo abbia fatto verso le proteine del latte: ciò spiega l'esistenza delle persone allergiche al latte, che sarebbe più opportuno indicare come allergiche alle proteine del latte. Tuttavia il lattosio non c'entra nulla con l'allergia.
I benefici per gli intolleranti
Le persone intolleranti al lattosio sono di fatto le uniche che hanno benefici reali nel consumare latticini senza lattosio.
Una persona intollerante deve bere latte privo di lattosio. In commercio si trova indicato come latta "ad alta digeribilità", oppure semplicemente "senza lattosio".
Dal punto di vista industriale, l'enzima lattasi viene inserito nel prodotto, così da avere un latte senza lattosio, in cui sono già presenti glucosio e galattosio, pronti per essere assorbiti.
I problemi di una persona intollerante che assume lattosio
In chi è intollerante il lattosio viene utilizzato dalla flora intestinale che lo consuma creando gas o liquidi. La conseguenza sono flatulenze nei casi meno gravi, diarrea in quelli più gravi, oltre ad antipatici dolori addominali.
Verificare se si è intolleranti al lattosio è semplice: esistono dei test diagnostici che si possono richiedere rivolgendosi al proprio medico di base.
Per le persone non intolleranti
Alla luce di quanto abbiamo detto, le persone non intolleranti al lattosio che consumano prodotti senza lattosio, non hanno alcun beneficio e allo stesso tempo non hanno nessun svantaggio. Gli alimenti senza lattosio, essendo "pre-digeriti", subiscono un processo a livello produttivo che sarebbe comunque avvenuto all'interno dell'organismo.
Serve consapevolezza su questo tema per non finire vittime del marketing: accade sovente che le persone percepiscano che aver tolto ad un alimento qualcosa che a qualcuno fa male, possa essere universalmente più sano. In realtà si sta solo spendendo di più, inutilmente.
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