Cibo biologico: 10 domande (e risposte)
Torniamo a parlare di agricoltura e allevamento biologico, ovvero di cibo biologico. E' un trend in continua crescita, che dal 2007, quando è stato redatto il regolamento che lo riguarda, ha subìto una costante ascesa, con consumatori disposti a pagare di più, perché considerano il biologico "migliore".
Noi ci siamo posti questa domanda: in che cosa il cibo biologico è effettivamente migliore di quello standard? La risposta risiede proprio nel regolamento 834/2007, che impone regole da rispettare a tutti gli agricoltori e allevatori che producono alimenti biologici.
Il resto lo fa il marketing, che ha creato un aspetto quasi "mistico" riguardante il cibo biologico, che ci fa pensare che tutto ciò che è Bio significhi rispetto per l'ambiente (è una cosa solo parzialmente vera), cibi più buoni (cosa non necessariamente vera), aiuto per il superamento della fame nel mondo (cosa non vera) e altre opinioni varie.
In questo articolo rispondiamo a 10 domande ricorrenti relative al cibo biologico, partendo dalla normativa e assumendo che tutti coloro che producono cibo biologico la seguano alla lettera. Cominciamo.
1. Il cibo biologico è più sano del cibo normale?
Realmente non lo sappiamo. E' certo che il cibo bio contiene meno sostanze chimiche, meno pesticidi e meno antibiotici (per i prodotti animali) rispetto a quello normale. Tuttavia, per il momento, le autorità sanitarie non hanno decretato che il quantitativo di quelle sostanze presenti nel cibo "normale" sia dannoso per la salute.
Sarebbe come mettere a paragone l'assunzione di un quadretto di una tavoletta di cioccolata con tre quadretti: sono dosi diverse ma nessuna delle due fa male a priori.
Sulle conseguenze a lungo termine non possiamo sapere nulla, perché è da troppo poco tempo che si pratica questo tipo di agricoltura; solamente tra tanti anni potremo sapere con certezza se chi mangia abitualmente Bio abbia effettivamente investito, nel corso degli anni, nella sua salute.
2. Il cibo biologico è più buono rispetto al cibo normale?
Non è necessariamente vero. Il punto è che la bontà non è quantificabile: ognuno di noi sceglie cosa secondo il proprio gusto; ci può essere un prodotto Bio più buono del corrispettivo non Bio, ma anche viceversa. La legge non può esprimersi sulla "bontà"; un agricoltore che segue il disciplinare alla lettera può benissimo produrre un prodotto che alla fine risulta più cattivo del corrispettivo non biologico: la legge non interverrebbe.
Se non si può dire che il cibo Bio sia più buono, si può generalmente affermare che è più saporito: trovando maggiori difficoltà a crescere, che sia vegetale o animale, le componenti naturali che forniscono il sapore, sono più concentrate, così noi le percepiamo come maggiormente intense nel gusto.
3. Il biologico rispetta le piante?
Il biologico sicuramente rispetta le piante infestanti; rispetta un po' meno quelle coltivate. Se nell'agricoltura standard si possono usare pesticidi contro le piante infestanti, si uccideranno queste ultime (non rispettandole) ma si rispetteranno al massimo quelle che producono, facendole crescere il più possibile; viceversa, nell'agricoltura biologica si rispetteranno le piante infestanti ma rispetterò meno quelle da produzione, che metterò in difficoltà perché dovranno competere con quelle infestanti, per arrivare a poter produrre i loro frutti.
4. Il biologico rispetta gli animali?
Anche in questo caso la risposta è: non necessariamente. Grazie alle regolamentazioni sul biologico, gli animali possono vivere "secondo natura"; l'allevatore garantisce loro la possibilità di pascolare, di procacciarsi del cibo, ma allo stesso tempo li mette in condizione di essere soggetti a piogge, al freddo invernale, ai cambiamenti climatici, agli attacchi dei predatori. La legge limita l'uso degli antibiotici per curare gli animali, ciò significa che quando si ammalano, soffrono più a lungo.
Dobbiamo quindi porci un'ulteriore domanda: è rispetto, questo? Ognuno può pensarla come meglio crede, diventa quindi un problema etico.
Non dimentichiamoci però che l'uomo, se vivesse in un ambiente "biologico" naturale, abiterebbe nelle foreste, raccoglierebbe cibo e caccerebbe. Case, auto e smartphone non sarebbero naturali.
5. Il biologico aiuta a superare la fame del mondo?
Assolutamente no. La produzione di un ettaro di frutta o verdura biologica è minore rispetto al corrispettivo non biologico, e se l'obiettivo è quello di diminuire la fame nel mondo bisognerebbe produrre il più possibile. L'obiettivo del biologico è invece quello di rispettare l'ambiente, più che di nutrire il pianeta: per cui la produzione Bio va esattamente nella direzione opposta a questa tendenza.
6. Il biologico rispetta gli agricoltori?
Non c'è correlazione. Si tratta di un business come un altro: la quantità di lavoro, così come il rispetto degli agricoltori, varia da azienda ad azienda, indipendentemente dal fatto che venga prodotto un alimento biologico o meno.
7. Il biologico rispetta l'ambiente?
Da un certo punto di vista sì, ma da un altro no. E' una medaglia con due facce.
Sicuramente il non poter usare pesticidi e concimi chimici è una forma di rispetto, più che altro per i terreni in cui queste sostanze tendono ad accumularsi. Da alcuni studi tuttavia è emerso un fatto: quando non si usano i pesticidi, per allontanare insetti e animali dannosi dalle piante si usano i repellenti (naturali). Questi repellenti hanno un'azione molto più debole rispetto alle sostanze chimiche create ad hoc, per cui i trattamenti vengono ripetuti molte volte. Se pensiamo alla macchina agricola che deve distribuire le sostanze repellenti, questa inquina di più l'aria rispetto alla macchina che distribuisce pesticidi in un'unica azione. Ci sarebbero inoltre da contare le ulteriori lavorazioni del terreno, necessarie per l'agricoltura biologica. In sintesi: rispetto all'agricoltura tradizionale, quella biologica rispetta di più il terreno, ma inquina di più l'aria.
8. Se mangio Biologico evito gli OGM?
Sì. Se mangio biologico evito ogni OGM, perché sono espressamente vietati dal regolamento. C'è anche da dire che gli organismi OGM in Italia non si possono coltivare, per cui mangiando cibo italiano "normale" non si corrono comunque rischi. Si possono però importare prodotti OGM: quindi se mangiamo cibi di provenienza estera (e non biologici) dobbiamo leggere attentamente l'etichetta: se ci sono, vengono sempre segnalati.
9. Se mangio carni provenienti da allevamento biologico evito antibiotici e ormoni?
La quantità di antibiotici e ormoni che si assumono attraverso il consumo di carne proveniente da allevamenti biologici è molto inferiore rispetto a quella apportata dagli allevamenti standard; la risposta vale in modo particolare per gli animali che tendono ad assumere molte di queste sostanze, come ad esempio pollo e maiale. Nel biologico i trattamenti antibiotici sono molto limitati rispetto al normale allevamento: scegliere carne Bio è una cosa buona in questo senso. Ricordiamo che in Italia gli ormoni sintetici sono sempre assenti perché sono vietati sia nel cibo Bio che in quello standard.
10. Il biologico rispetta le pratiche tradizionali?
In linea di massima sì, ma legalmente non c'è correlazione tra le due cose. In ogni caso la produzione del biologico, che ha costi maggiori (anche per il consumatore finale) ha permesso di recuperare alcune specie vegetali e animali che non raggiungevano la produttività adatta al mercato del cibo standard.
Il biologico ha di per sé una produttività più bassa, per cui si possono coltivare varietà di cibo molto diffuse in passato, ma poi perse nel corso del tempo; in campo Bio si produce meno ma si possono riscoprire sapori diversi e alimenti ormai dimenticati.
Molte comunità in questi ultimi anni hanno ripreso a produrre alimenti spesso dimenticati, fornendo una spinta a varie piccole economie rurali. Possiamo affermare che, in questo senso, il biologico è stato un buon strumento di spinta per la ripresa dell'economia agricola, soprattutto quella di qualità. Soprattutto quella italiana.
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